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Franco
Socio STACK
Italy
175 Posts |
Posted - 14 Feb 2010 : 18:33:23
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@Franconow: Per esperienza ha notato che differenti tessuti dela vela danno risultati differenti.
La spiegazione non è difficile, il Mylar cede poco quasi nulla con la pressione del vento, e praticamente lascia "scivolare" l'aria La carta di riso sotto la pressione dell'aria tende a deformarsi molto più facilmente, creando diciamo della "pance", queste oltre a dare sul combattente stabilità lo rallentano, poiche creano 2 cose: 1: lo scorrere dell'aria sulla vela non è più fluido,in gergo crea turbolenze 2: Il profilo al senso di moto diventa più grande, tanto per fare un esempio, il paracadutista se si mette a braccia e gambe aperte con faccia rivolta verso il basso, diminuisce la velocità di caduta, il contrario se tiene braccia unite lungo il corpo e punta la testa verso il basso. Sicche la permeabilità dell'aria ha poco a che fare. ma piuttosto la "maleabilità" a lasciarsi deformare dall'aria.
Spiegato perche il combattente con vela in mylar è più veloce rispetto a quello fatto con carta di riso.
Borf ha capito appieno il problema, accorciando gli stand off poi bisogna anche cambiare la vela! Pensavo che tanto per il prototipo si potrebbe usare del velcro per poter dare più o meno "grasso" alla vela dove serve, accorciando gli stand off. Cmq qualcuna ha provato a far diverse prove accorciando solo gli stand-off? Diciamo che creando la vela più lasca comunque pr il ragionamento fatto prima tra Mylar e carta di riso, dovrebbe valere stesso discorso no? Non ho notizie certe ma sembra che qualche aquilone ha differenze veliche tra STD e UL, qualcuno me lo può confermare?
@daniele1970
Tasche
Non sei OT, è una soluzione usata in passato, le tasche hanno il difetto che si riempiono di sabbia e quant'altro! Eppoi come si fà a fare una regolazione? forse ad apertura variabile? Magari l'idea non è del tutto sballata. Anche perche non creerebbero problemi con il trick se messe nei punti giusti.
Sarebbero fattibili tali "tasche"? E come dovrebbero esser fatte?
Franco #1 Carnival Team
Miei Acro: -Masque STD, Ventato -X MAsque -Impact -Level Two Extreme -New Age -P.I -Gemini -Illusion e altri... Piu' alcuni statici
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dani1970
Socio STACK
Italy
685 Posts |
Posted - 14 Feb 2010 : 21:24:07
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beh, io non le chiuderei completamente dalla parte in cui esce l'aria, lascerei un'apertura tale da permettere alla sabbia di uscire
Daniele
Milano http://www.ventozero.it |
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tullo
Socio STACK
Italy
532 Posts |
Posted - 14 Feb 2010 : 21:54:07
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Il discorso dei materiali + porosi una volta era applicato anche dai costruttori di acrobatici, negli anni 90 molto spesso i modelli ventati non erano di icarex ma di tessuti + pesanti e + porosi, poi per semplificare la produzione hanno uniformato tutte le versioni all'icarex.
Tullo http://www.giochivolanti.it Vendita aquiloni, giochivolanti & accessori |
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doctork
Forum Member
421 Posts |
Posted - 15 Feb 2010 : 00:19:07
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ciao a tutti... leggendo ho trovato delle cose interessanti e, in base alle prove che ho fatto, "vere"... franco dice: "A questo punto si dovrebbe ridisegnare la vela? Allora non basta ventare un aquilone, ma penso bisogna riprogettarlo. ho sempre avuto dubbi che la forma velica di un acro vada bene per tutti i range, cioè non è che allegerendo o irrobustendo ho lo stesso aquilone ma con range diversi. Infatti uno STD non vola come un SUL, o un UL, prorpio per il fatto che la vela e lunghezze della steccatura sono sempre le stesse. E allora la prossima evoluzione sarà stesso modello, ma velatura diversa a seconda del range di vento?..." infatti...sono pienamente daccordo con te Franco... della stessa linea lo STD non può essere uguale all'UL e al SUL...ogniuno ha le sue caratteristiche nel taglio della vela...(io le faccio tutte diverse...) Franconw: "Riportando il tutto in salsa acro, invece di sforacchiare l' icarex, non è il caso di cambiare il materiale della vela? Non è possibile che esista un materiale simile all'icarex per peso e resistenza, ma che sia molto molto poroso? In questo modo, il vento sarebbe ripartito equamente sulla vela, senza dover cercare sfogo nei buchi dei ventati, con tutti i problemi del caso...Chessò, i cinesi fanno aquiloni in seta da qualche migliaio di anni, ma magari ora esiste qualcosa di più "tecnologico" ed egualmente permeabile al vento..." non solo...Franconow...io aggiungerei pure che la grafica oltre ad avere un aspetto "visivo"...ha anche un importantissimo aspetto "pratico"...mi permette di mettere tessuti differenti per caratteristiche tecniche in punti cruciali... chi mi stà vicino sà che quando si parla di grafica molte volte sono categorico nel dire: in questa zona ci vuole questo tessuto... e piuttosto modifico la grafica... buon vento!... Doc.
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Franco
Socio STACK
Italy
175 Posts |
Posted - 15 Feb 2010 : 18:02:54
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Questo mi conferma che alcuni costruttori hanno già affrontato il problema e ci sono aquiloni che hanno differenze velature in base al range di vento,come io sospettavo. Riamane ancora il dubbio se ci sia qualche artificio per poter regolare la velocità dell'aquilone con un certo range, senza per questo comprometterne i Tricks. Esempio faccio il Freestyle, bello lento anche se un pelino meno trichettaro, poi che ne so tiro due spaghetti, e diventa più dinamico per far il balletto... Potrebbe essere di aiuto a molti questo stratagemma. Per quanto riguarda i fori, quelli si fanno per levare "TIRO" all'aquilone, siccome per renderlo più lento si "cabra" di conseguenza si avrà molta più trazione, e questo mi rende difficile stallarlo, di conseguenza per farlo tirare meno, ecco che diminuisco la superficie velica.
Riguardo a differenti materiali, non so , in percentuale quanto influiscano, di certo l'orientamento dei ferzi quello si che influenza.
Ciauz!
[/font=Comic Sans MS]
Franco #1 Carnival Team
Miei Acro: -Masque STD, Ventato -X MAsque -Impact -Level Two Extreme -New Age -P.I -Gemini -Illusion e altri... Piu' alcuni statici
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pn
Socio STACK
Italy
821 Posts |
Posted - 15 Feb 2010 : 19:13:29
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quote: Originally posted by borf
La prima cosa che mi viene in mente e' un programma di simulazione a computer, [...] C'e' qualcuno che conosce un programmatore della Nasa?
non è un sogno e non c'è bisogno della nasa, lavoro in un laboratorio del genere . Mi occupo di altro, principalmente modelli di onde, ma sono a fianco di molti esperti di fluidodinamica. Anche se non sono un esperto del campo, qualche considerazione posso comunque farla. Il problema del modello numerico e delle simulazioni al computer è l'accuratezza che si vuole raggiungere. Se ci si limita a fare il modello di un'ala a delta, cioè di un aquilone a due cavi rigido, con vento laminare (senza turbolenze) credo che il tutto sia relativamente semplice, una volta ottenuto un buon modello cad. Se si vuole aggiungere l'interazione con la struttura, cioè l'interazione tra le deformazioni del carbonio sotto sforzo e la dinamica dell'aria, le deformazione della vela, qualche modello di turbolenza o addirittura un modello fine della vela, come suggerito da Franconow, tutto si complica. In linea di principio tutto è fattibile ed è anche già stato fatto in altri ambiti. Franco cita la coppa America: in quel caso i progettisiti preparano decine di soluzioni diverse, che poi vegono testate al calcolatore con modelli accurati. Ci vogliono però tempo, persone esperte, risorse di calcolo ... cioè molti soldi.
Se invece si cercano indicazioni di carattere generale, probabilmente non è necessario scomodare tutto questo. Un buon artigiano degli aquiloni probabilmente conosce già le questioni fondamentali.
Cercherò di approfondire l'argomento.
Buon vento!
Paolo
Paolo(Pn) VentoZero <http://www.ventozero.it> Le mie vittime: Apokalypsis, Galaxy D team, STX 2.3/1.8, Proton, Rev-Maiocchi più alcuni ascensionali |
Edited by - pn on 16 Feb 2010 09:30:39 |
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pn
Socio STACK
Italy
821 Posts |
Posted - 15 Feb 2010 : 19:47:33
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quote: Originally posted by Franco
[font=Comic Sans MS] 1: lo scorrere dell'aria sulla vela non è più fluido,in gergo crea turbolenze
Queste possono anche aiutare l'aquilone a "scorrere" nell'aria, dipende dalla scala.
Ciao!
Paolo(Pn) VentoZero <http://www.ventozero.it> Le mie vittime: Apokalypsis, Galaxy D team, STX 2.3/1.8, Proton, Rev-Maiocchi più alcuni ascensionali |
Edited by - pn on 15 Feb 2010 19:48:35 |
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doctork
Forum Member
421 Posts |
Posted - 16 Feb 2010 : 14:58:40
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ciao Franco... si è vero...alcuni costruttori si son posti il problema... partiamo da prima sulle differenze dei materiali (la cosa più semplice!): esistono diversi tipi di spinnaker ma divisi principalmente tra nylon e poliestere (la base di trama ed ordito che compone il tessuto...) come facilmente si capisce il nylon è più "morbido" il poliestere meno...poi cè la variabile detta coated che è differente a seconde della ditta produttrice sia come formula che come utilizzo (alcuni spy sono bi-coated altri mono) questo comporta una maggiore o minore permeabilità del tessuto a seconda degli scopi (uno spy per vela con vento leggero sarà meno permeabile di uno per vento forte o per costruire un parapendio per es. ma questa non è una regola certa... ogni costruttore utilizza lo spy che meglio le aggrada o modifica i progetti a seconda dello spy utilizzato) non solo la variabile coated influisce molto sul movimento a 45° del tessuto e sul suo ritorno in forma...ci sono tessuti che hanno una sperie di "memoria" e tendono a tornare dopo una deformazione... tutte queste notizie sono sempre date nelle schede tecniche dei produttori di tessuto. l'orientamento dei ferzi è importante quanto il tipo di tessuto (almeno secondo quello che ho potuto vedere io...) inquanto un tessuto elastico permete di assorbire il vento rafficato o rimanere in forma durante uno stallo o delle vibrazioni della steccatura... tornando alla velocità quella è data da un'insieme di variabili come si diceva che partono dalla forma velica, posizione e profondità di stand-off, tipo di struttura usata, baricentro sia velico che statico... io non sono ancora riuscito a torovare una formula "matematica" che dica con un calcolo come fare...ho fatto tanta esperienza sui prototipi... tramite la Veleria ho potuto leggere ed incontrare alcuni ingegneri dell'Università di Forlì che si occupano di aerodinamica applicata alle vele da wind-surf monosuperficie, i quali hanno applicato con l'aiuto di CHS dei sensori di pressione wi-fi su una vela da windsurf che stà viaggiando in acqua...con risultati che io non ho capito!...e son stati per loro sorprendenti...inaspettati... questo perchè (pn docet) un conto è una simulazione asettica al pc...un conto è la realtà...per esempio il fluido che noi usiamo non è perfettamente regolare, ci sono vibrazioni della vela e della struttura non immaginabili...ecc...ecc... per ciò che riguarda i fori o le reti dei VTD...un girono mi son divertito a mettere dei filetti ad un VTD e farlo volare osservando come si comportavano...quelli vicino ai fori erano più permeabili all'aria (che andava ad interferire con la depressione creata dietro all'aqui)rispetto a quelli vicino alla rete... spero di non aver annoiato!... buon vento Doc. |
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pn
Socio STACK
Italy
821 Posts |
Posted - 16 Feb 2010 : 18:13:46
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quote: Originally posted by doctork
spero di non aver annoiato!...
al contrario: è tutto molto interessante. Se qualcuno di voi vince il superenalotto e vuole finanziare un po' di ricerca per gli aquiloni acrobatici, è il benvenuto Come scrive doctork, una simulazione al pc probabilmente non è sufficiente, ma con un buon cluster e qualche modello adeguato sicuramente si può fare qualcosa di interessante ...
Paolo(Pn) VentoZero <http://www.ventozero.it> Le mie vittime: Apokalypsis, Galaxy D team, STX 2.3/1.8, Proton, Rev-Maiocchi più alcuni ascensionali |
Edited by - pn on 16 Feb 2010 18:18:18 |
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Mandrake
Socio STACK
Italy
950 Posts |
Posted - 16 Feb 2010 : 20:21:14
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Giusto per curiosità, ecco una foto del prototipo del Mondrian VTD al quale sono stati attaccati i filetti. E' stata una prova molto interessante, e devo dire che anche i filetti immediatamente dietro la spina ( ben lontati dalla ventatura quindi ) avevano un comportamento molto più "complicato" di quanto potessi immaginare, e questo anche in un semplice traverso della finestra.
La stessa vela con materiali diversi ha comportamenti ben diversi, basti considerare la differenza tra il Sea devil in nylon e quello in icarex, e non sempre era più piacevole quello in icarex. Per quello che riguarda un modello matematico, la cosa è molto più complicata di quanto non sembri, ci vorrebbe come minimo un'altro Mitchell Feigenbaum... Considerando gli sforzi per creare un modello "credibile", si fà prima a comprare un plotter da taglio e fare prototipi monoferzo, risparmiando soldi e tempo.
Non è detto che arrivino nuove idee, guardate la vela rigida di Oracle ( anche se è un'idea tutt'altro che nuova ); tra l'altro, il pilota dell'idrovolante che si vede in una foto del primo volo dell'anno, guardando i Mirò volare chiedeva perchè non costruire una vela rigida e con dei flap, visto mai...
Mandrake http://www.overkite.it/main.htm |
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