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pajehali
Forum Member
 
Italy
196 Posts |
Posted - 28 Jul 2008 : 20:15:01
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vorrei raccimolare un pò di nozioni utili per conoscere meglio quello che dovrebbe essere, se pure il più delle volte fa il prezioso, il nostro più caro amico. ad esempio sapere in quali ore della giornata c'è maggior vento, se esistono dei legami con la temperatura o ancora se la dinamica dei moti ventosi è diversa nell'entroterra piuttosto che al mare o in montagna. molte nozioni si trovano semplicemente studiando un pò ma molte altre spero di trovarle dalle vostre esperienze. bhè, dite la vostra!
email: pajehaliNOSPAM@gmail.com contatto msn: smilejamaica@inwind.it |
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beppe
Socio STACK
   
Italy
1705 Posts |
Posted - 28 Jul 2008 : 23:24:56
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teoria non ne conosco, in pratica mi sento di dire che:
il vento che viene dal mare è il migliore, pieno e costante; tutti gli altri vanno da venti così-così a venti pessimi, a seconda (penso) di una miriade di fattori.
anche le poche volte che ho potuto sperimentare un vento abbastanza costante lontano dal mare, come minimo c'è una differenza ben più apprezzabile fra il vento a terra (fase di decollo e atterraggio) e il vento in cielo. Un cespuglio, una casa, un cartello (anche molto distanti) e persino la semplice erba creano nell'insieme una sorta di freno e perturbazione al flusso dell'aria. E' facile quindi che l'anemometro ti esponga un bel po' di km/h in meno rispetto a quelli effettivi su in cima.
presumo che il vento si formi quando c'è una differenza di pressione fra due zone, a sua volta dovuta alla temperatura. Qui da noi ci sono posti dove una zona boscosa è strettamente adiacente ad una zona densamente abitata, che risulta quindi un po' ventilata (per esempio Turate, CO). Peccato che non ci sia nemmeno un praticello libero. Lo stesso succede vicino ai grossi laghi. Altro esempio è la zona della Malpensa: tutto quell'asfalto crea una bolla di calore, ed in effetti un po' d'aria c'è sempre. Praticelli ce ne sono, ma presumo che se alzi un aquilone in testata di pista abbattano prima l'aquilone e poi te senza nemmeno chiederti i documenti. Poi ci sono le valli, dove per di più se ci sono strettoie l'aria si deve incanalare, aumenta la velocità e si forma un "effetto Venturi".
In ogni caso siamo anni-luce distanti dal vento marino.
Piuttosto, anni fa leggevo su un forum straniero dei diversi effetti sull'aquilone provocati dal vento "secco" e "umido", caldo o freddo, a livello del mare o in quota. Dirò una fesseria, ma secondo me 15 km/h sono 15 km/h, sia che finiscano contro l'aquilone che contro le palette dell'anemometro. Che differenza può esserci fra 15 km/h secchi e 15 km/h umidi, se l'anemometro li rileva uguali? Al massimo, per me, la minore densità dell'aria in quota potrebbe far sì che quando l'acro cade, senza che la velocità del vento abbia un ruolo, incontri meno resistenza e venga giù più veloce.
Qualcuno ne sa qualcosa?
   
beppe www.voliamoalto.it |
Edited by - beppe on 28 Jul 2008 23:34:12 |
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doctork
Forum Member
 
421 Posts |
Posted - 29 Jul 2008 : 01:12:53
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Piuttosto, anni fa leggevo su un forum straniero dei diversi effetti sull'aquilone provocati dal vento "secco" e "umido", caldo o freddo, a livello del mare o in quota. Dirò una fesseria, ma secondo me 15 km/h sono 15 km/h, sia che finiscano contro l'aquilone che contro le palette dell'anemometro. Che differenza può esserci fra 15 km/h secchi e 15 km/h umidi, se l'anemometro li rileva uguali? Al massimo, per me, la minore densità dell'aria in quota potrebbe far sì che quando l'acro cade, senza che la velocità del vento abbia un ruolo, incontri meno resistenza e venga giù più veloce.
Qualcuno ne sa qualcosa?
   
beppe www.voliamoalto.it [/quote]
l'aria è un fluido e come tale la sua differente densità influisce molto nel comportamento degli oggetti che l'attraversano... pensa ad un vento umido che lascia sulla vela particelle d'acqua, quelle particelle ci sbattono, mentre in un vento secco non ci sono... per ciò che riguarda la caduta inflisce moltissimo la forza di gravità sulla velocità di caduta di un corpo, la resistenza dell'aria potrebbe essere quasi ininfluente, a meno che non si usi uno strumento fatto per contrastare tale forza (vedi paracadute), ma il nostro aqui non è fatto con tali caratteristiche. queste sono solo considerazioni personali, se vuoi posso (appena ho tempo) mettere da qualche parte degli studi, tesi di laurea, sull'effetto del vento su una vela...ovvero il comportamento una forma aerodinamica nonosuperficie nel vento... |
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doctork
Forum Member
 
421 Posts |
Posted - 29 Jul 2008 : 01:15:10
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| p.s. dimenticavo...c'è un interessantissimo sito della nasa a tal proposito... |
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doctork
Forum Member
 
421 Posts |
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Saro
Socio STACK
 
Italy
193 Posts |
Posted - 29 Jul 2008 : 19:08:43
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Ciao a tutti, visto l'intento di pajehali di creare un contenitore di notizie - sia teoriche che pratiche - sul nostro caro amico vento, cercherò di ricordare quanto più possibile (quando presi la patente nautica ricordo di aver studiato un bel po' di roba sul vento) sperando che possa essere utile.
L'esperienza e le dinamiche proprie di ogni orografia locale non possono ovviamente trovare riscontro generale. Chi vive parecchio tempo all'aria aperta in una determinata zona, riuscirà a conoscere e a prevedere il vento con una ottima approssimazione. Ma provate a spostare un pescatore siciliano (che fiuta il vento con qualche ora di anticipo nelle sue zone) all'Isola d'Elba (o viceversa) e si capirà immediatamente quanto i concetti empirici abbiano solo valenza circoscritta ad una determinata zona. Mi limiterò quindi a qualche concetto teorico che è sempre bene conoscere.
Come già anticipato da Beppe, ciò che dà avvio al vento è pacifico: la differenza di pressione fra le masse d'aria. La causa principale della variazione di pressione è la temperatura, a sua volta dipendente da una moltitudine di fattori. Il flusso d'aria si sposta sempre dalle zone con pressione più alta alle zone con pressione più bassa. Il meccanismo è analogo a quello dell'aria compressa in un palloncino (a più alta pressione) che tenterà sempre di uscirne per tornare ad una pressione più bassa (quella dell'aria al di fuori del palloncino). Le masse d'aria fredda hanno pressione più alta mentre quelle calde hanno una pressione più bassa. Questo meccanismo avviene invariabilmente sia per masse d'aria relativamente circoscritte (nel qual caso genererà le note brezze, di mare e di terra, a livello locale) sia per enormi masse d'aria, a livello planetario, generando i venti periodici stagionali come i monsoni e gli alisei. Seppur generati dal medesimo meccanismo, i venti diversi dalle brezze di solito vengono definiti "venti di gradiente" (il gradiente in meteorologia è la distanza fra le "isobare" cioè quei punti che uniscono masse d'aria ad uguale pressione; se osserviamo le previsioni del tempo in tv le vedremo disegnate sulla zona geografica di interesse con delle linee curve): più è forte la differenza di pressione fra isobare, più forte sarà il vento in quella zona. La distanza delle isobare è anch'essa determinante. Differenze di pressione molto alte e estrema vicinanza fra le isobare daranno luogo a venti fortissimi. Più lontane saranno le isobare e meno sensibile la differenza di pressione, più deboli saranno i venti. Per capire in quale direzione fluirà il vento basterà cercare dentro le isobare rappresentate sulla carta o in tv e individuare le zone di alta pressione, mostrate in bella vista con una lettera "A" (alta) o "H" (high) e quelle di bassa pressione (lettera "B" o "L"). Il fluire delle masse d'aria non avverrà in linea retta, da un punto all'altro delle isobare, ma sarà deviato dal movimento di rotazione della Terra (cercate Coriolis e Buys Ballot in rete e troverete informazioni a bizzeffe, se vi va di approfondire) e dalla orografia del luogo.
Io ho la fortuna di abitare in una città di mare, di conseguenza per la pratica del nostro sport ho sempre tenuto d'occhio l'evoluzione delle brezze (chiamate venti "termici" anche se abbiamo visto che il meccanismo che le genera è uguale a quello dei venti di gradiente). La differenza di temperatura fra la terra e il mare (trasmessa alle masse d'aria sovrastanti) genera le brezze; esse soffiano più forti di giorno (dal mare) per il surriscaldarsi della terra irraggiata dal sole e più deboli di notte (da terra) perché l'acqua, pur conservando il calore accumulato dal sole più a lungo, resta solo di poco più calda della costa. Anche le brezze, come i venti su più ampia scala, tendono a deviare la loro traiettoria verso destra per l'accelerazione di Coriolis (nel nostro emisfero) mentre nell'emisfero australe ruotano verso sinistra, cambiando di conseguenza direzione con il passare delle ore. La tipica brezza di mare dalle mie parti inizia dal mare verso terra, intorno alle 10 del mattino, quasi perpendicolare alla costa e finisce intorno alle 6 del pomeriggio, quasi parallela alla costa. Ricomincia poi, dalla terra verso il mare, intorno alle 11 di sera, quasi perpendicolare per estinguersi intorno alle 6 del mattino, quasi parallela. Ho notato che qualunque variazione di questo regime è foriera di cambiamenti del tempo notevoli. Quando ho aspettato invano la brezza con le straps ai polsi, nei giorni seguenti il tempo è sempre peggiorato.
Spero di non aver tediato nessuno.
Ciao
Saro
http://www.ventodiscirocco.altervista.org/index.html
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beppe
Socio STACK
   
Italy
1705 Posts |
Posted - 29 Jul 2008 : 20:04:23
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ORPO... grazie a tutt'e due.... |
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pajehali
Forum Member
 
Italy
196 Posts |
Posted - 29 Jul 2008 : 20:18:18
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non hai tediato nessuno saro, al contrario, sei stato preciso ed esauriente come sempre. grazie anche a beppe e a doctork. l'intento, come ha giustamente sottolineato saro, era proprio quello di creare un contenitore di notizie. spero che anche gli altri utenti abbiano esperienze da condividire in modo da far diventare questo post più completo di wikipedia. dite che ce la possiamo fare??
email: pajehaliNOSPAM@gmail.com contatto msn: smilejamaica@inwind.it |
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tullo
Socio STACK
  
Italy
532 Posts |
Posted - 27 Aug 2008 : 19:00:33
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Tempo fa comprai questo libro, consigliato da un amico aquilonista su IHA: Il libro del vento, di Lyall Watson, edizioni Sperling & Kupfer. Riporto le parole della copertina: "La prima definitiva storia del vento: come porta la vita nel mondo distribuendo energia e calore, influenzando i fenomeni metereologici, favorendo la riproduzione delle piante e la migrazione di molte specie animali, modificando il paesaggio, agendo sul comportamento dell'uomo." Abbastanza impegnativo, infatti non riuscii a finirlo... ma ora mi è venuta voglia di riprenderlo in mano, vi farò sapere. Tullo
Tullo Zero51 kite group http://zero51blog.blogspot.com/
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