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T O P I C    R E V I E W
falco2 Posted - 23 Sep 2006 : 20:38:41
CIao a tutti,
oggi ho provato sulla spiagggia di pegli (genova)il mio aqui.
Sono un principiante in fatto di aquiloni 2 cavi, e ho anche poco tempo a disposizione per poter imparare da solo le prime tecniche di manovra.

Sareste cosi gentili a darmi qualche consiglio sui primi voli ?

Oggi il vento, sarà stato intorno ai 7 km/h e cmq, non piu di 13 a spanne.

Ho posizionato l'aqui , e srotolato i 30 metri di dyneema.
Strattone di partenza, e l'aqui ha subito fatto quota, sopra di me, avanzava lentamente dentro la finestra di volo.

Viro a destra, viro a sinistra, ma sento venir meno la tensione ai cavi, quindi l'aquilone tendeva da una parte.

Allora provando a indiettrggiare per recuperare e rimettere l'aqui fuori da uno stallo, do il controcomando, ma oramai era finito alla sinistra della finestra, dove la portanza era oramai debole, mollo i cavi per non rischiare danni, ed atterra dolcemente.

Ora, non capisco se è solo una faccenda di vento, oppure ad un pilotaggio ovviamente scarso. Sicuramente è il pilotaggio !!!

Ma cosa bisogna fare quando l'aqui avanza avanza ? indiettregiare, oppure posso pilotarlo facendolo ritornare un po in dietro ?

Spero di essermi spiegato, e vi ringrazio per le eventuali risposte.

Andrea
10   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
doctork Posted - 26 Sep 2006 : 23:32:02
hai ragione saro... lasciamo ai progettisti il compito di fare e brigare... si dannano già loro...
noi dobbiamo solo fare piccole "tarature" e poi mettere i cavi tra le dita....

complimenti ad Andrea... e buon divertimento...!!!

dimenticavo... facce sapè come và....
Saro Posted - 26 Sep 2006 : 22:50:02
Grande Andrea!
Scusa ma ho postato prima di leggere il tuo ultimo post! Continua così e non mollare! Scoprirai, con le straps ai polsi, qualcosa che ti farà letteralmente innamorare e di cui non potrai più fare a meno, artrosi cervicale a parte
Quando vuoi iniziamo a parlare un pò di tricks, è un argomento che mi è più congeniale rispetto a c.g., c.s.l., c.v. ecc...

Ciao, Saro
Saro Posted - 26 Sep 2006 : 22:30:52
Ciao Andrea,
purtroppo ai tuoi quesiti posso rispondere in modo piuttosto empirico, ma qualche notizia posso fornirtela per evitare di andare proprio alla “cieca”… ad ogni modo credo che una vela o una briglia perfettamente riuscite passino senz’altro attraverso una fase necessaria di collaudo sul campo… alcuni produttori anzi dichiarano giustamente e orgogliosamente il buon risultato dopo mesi di prove e aggiustamenti vari…
Spero di vedere ulteriori post magari più tecnici e scientifici di questo mio, l’argomento è estremamente complesso e a quel punto sarei felice di leggere qualcosa da chi ha la competenza per parlarne con dovizia.
Partiamo dalla briglia. Supponiamo di ricevere un aquilone senza briglia e di doverne creare una (a tre rami) da poveri mortali (un po’ l’ipotesi che hai fatto tu sullo smarrimento del foglio…).
Il sistema empirico consiste nel misurare inizialmente la distanza che separa i punti di connessione della ipotetica briglia alla steccatura, lungo il longherone (generalmente sopra il connettore del top cross e della traversa bassa). Otterrai una certa misura (poniamo 60 cm). I tuoi tre rami di partenza dovranno avere tutti quella misura e poi procedere per prove successive, sul campo, ad una taratura dei vari rami (che pertanto al termine delle prove, avranno una lunghezza fra loro differente). Per agevolare le operazioni di taratura, conviene creare un unico ramo da 120 cm (prendendo la misura dell’esempio e moltiplicandola per 2) e fissare le due estremità ai punti di connessione sul longherone. Il terzo ramo (quello che va dalla T centrale al tow point) è bene che sia uno spezzone separato da 60 cm con un nodo d’arresto all’estremità del tow e collegato ai due rami unici mediante una bocca di lupo. Ciò ti permetterà di variare in entrambi i sensi la lunghezza dei rami e procedere alle varie sperimentazioni. Non è molto ma è pur sempre un criterio da seguire che per chi voglia divertirsi a provare. Se l’aqui reagisce con lentezza, è probabile che la brigliatura sia troppo lunga e pertanto converrebbe accorciarla della stessa quantità in tutti i rami; nel caso opposto (aqui… isterico) allungarla, sempre della stessa misura, in tutti i rami.
Considera poi che esistono una moltitudine di configurazioni di briglia, alcune con delle prerogative peculiari, altre con uno spiccato carattere commerciale, altre ancora perfettamente inutili. Anche dietro le briglie, come avrai capito, c’è un mondo….
In ordine al taglio d’ala, potremmo fare una piacevole conversazione, sempre tenendo presente che non ho alcuna competenza scientifica… parlo solo e soltanto da pilota.
Sembra strano ma anche gli aquiloni…. seguono la moda. E’ vero che un progresso in ordine alle possibili manovre c’è stato nel corso degli anni e ciò non può non aver avuto una ripercussione sui tagli d’ala ma esiste comunque una tendenza… in linea generale, un taglio d’ala con i longheroni arcuati rende più semplice l’esecuzione dei tricks in cui l’aqui ruota su se stesso (grosso modo facendo perno vicino la t centrale) a pancia sotto (verso il terreno): axel, 540, slot machine, helicopter; ovvero anche a pancia in alto (verso il cielo): backspin, lazy, twist, tanto per citarne qualcuno. Questa tipologia di aqui di solito non eccelle nel volo di precisione. Invece i cosiddetti “tagli alari alla francese” (caratterizzati dai longheroni pressoché retti) sono più precisi nel seguire le traiettorie impostate ed eseguono meglio i tricks che comportano rotazioni su asse e spina (cometa, yoyo, crazy copter, yo fade, combinazioni varie tipo jacob’s ladder, wap doo wap e via dicendo), cioè quelli che vengono definiti tricks “di nuova generazione” (anche se ormai è un bel po’ che si vedono…). Ovviamente non è escluso che una tipologia di taglio d’ala possa eseguire i tricks in cui l’altra è teoricamente più avvezza, ma tendenzialmente vale il discorso fatto sopra. Per l’esecuzione dei tricks poi entrano in gioco brigliature, distribuzione dei pesi ecc… e il discorso si complica.
Ciò spiega anche in parte la forte rastrematura delle vele negli aquiloni che hai visto in video, impegnati nei tricks più estremi. I tagli alla francese finiscono tutti molto rastremati in punta d’ala, anche grazie al loro forte “aspect ratio” cioè al rapporto fra altezza e larghezza della vela.

Spero di aver in parte soddisfatto la tua sete di sapere, anche se, ripeto, credo di non aver toccato nessuna “corda” scientifica alla quale eri forse più interessato. Speriamo di ricevere qualche post in merito!

Ciao Andrea,
Saro

falco2 Posted - 26 Sep 2006 : 22:08:12
ha haha ha h ah ah aha a....
Grazie doctork per la tua risposta...

Inizio col diro una cosa SUPERFANTASTICA !!!!

Oggi, vento da nord, brezza tesa credo sui 15-18 kmH, SOno andato ai piani di praglia (posto incantevole per volare) e ho fatto la e mie prime 3 ore di volo !!!

PAzzeschi gli 8, i rasoterra radenti appunto, i looping larghi, stretti, ed ho potuto finalmente capire, che l'aquilone è facilmente pilotabile, ed è proprio nelle tue mani .

Il vero attore forse è stato il vento, che mi ha dato finalmente questa possibilità (era 1 settimana che qui a genova di vento non se ne vedeva neppure l'ombra.)(ammesso che il vento abbia un'ombra)

Poi di improvviso, calo del vento, ad una brezza leggere, e il mio aqui su, sopra la mia testa, viro, qualche passo indietro, e ho scoperto che in picchiata accquisendo velocità, lo riporti poi con movimenti a serpentone dinuovo su, allora altri passi avanti per riguadagnare terreno...
Forse mi sono espresso male, ma è stato veramente bello, ed affascinante scoprire ed imparare che ogni singolo movimento, anche minimissimo, sia dei piedi che delle mani, possono creare delle situazioni bellissime...sono novello, ma merita credo una valutazione il wing185 della tribord ( opportunamente modificato da me in carbonio)

Poi dopo circa 2 ore che facevo le acrobazie di base, ho detto provo un axel... mi è riuscito, ma a metà, mi si è girato male , e , non avendo dato sufficente corda dopo lo strattone dal filo destro, la corda si è impigliata (ovviamente)su una punta, momento superato facilmente, forse per casualità...riprovo, ma niente da fare, sarà per un'altra volta..
COmunque, la tecnica di volo, la si impara con le corde alle mani, altro che simulatori... forse i simulatori vanno bene solo per imparare figure acro complesse...

Mi fa male il collo invece, perche a suon di guardare il cielo mi si è incollata una vertebra... !!!!!

Ciao a presto, e grazie ancora per i consigli cosi preziosi che mi hanno dato la possibilità di ottenere cosi presto i primi risultati.... ( non voglio peccare di presunzione, ma sono molto portato ad imparare in fretta queste cose. l'elicottero l'ho imparato da solo, in 1 mese circa, solo con qualche consiglio di un forum tipo questo.)

Forse invece, è solo l'attenzione che dimostro nei confronti di chi ne sa piu di me, e ascoltarne tutti i consigli, a farmi imparare velocemente


doctork Posted - 26 Sep 2006 : 21:20:22
quote:
Originally posted by falco2

GRazie davvero a tutti, vedrò di fare oro coni vostri consigli, perchè questa pratica sportiva mi stà veramente appassionando.... almeno l'aquilonismo acrobatico, non ha consumo di batterie o miscele glow come per il mio elicottero e alianti vari.

Vi vorrei ora chiedere, come influisce sul volo di un aquilone, una vela piu rastremata.

Ho visto dai vari filmati in rete, che gli aqui di un certo livello acrobatico (...credo estremo) hanno una vela piuttosto rastremata..

Logicamente ora memorizzo le briglie originali, e ne riporto su di un foglio le dimensioni e la geometri. Ma mettiamo che perdo il foglio, dovendo io rifare le briglie un giorno, come calcolo il Cg (centro di gravità)per poter dimensionarle nel modo migliore, intendo lunghezza e geometria ?

Grazie infinite.
Ora apro un'altro post su un'altro argomento (campo di volo genova)





come puoi immaginare la vela è essenziale....!!!
il bordo d'ingresso, i suoi materiali, e il bordo d'uscita sono l'anima della vela...
pian piano imparerai a conoscere le varie forme o "tagli" e i materiali (perdonami ma su questo punto sono categorico) che la compongono...
ti faccio un esempio:
immagina le pale del tuo elicottero perfettamente identiche ma di materiali diversi per es. in legno, in vetroresina e in carbonio...
volerebbe allo stesso modo a parità di condizioni meteo e pesi?
nell'aquilone i materiali sono fondamentali come il dsegno del bordo d'ingresso e quello d'uscita....
per non perdere il foglio armati di pennarello indelebile e fai dei segni sulle briglie... magari di colori differenti per i vari settaggi...
scusa se te lo chiedo... ma vuoi aprire una ditta di aqui?... vela, centro velico, briglie... ma non è che ne vuoi sapere troppe
Saro Posted - 26 Sep 2006 : 14:44:40
Prendo spunto dal post di doctork per fare un ulteriore esempio che ti sarà senz'altro congeniale... fra l'altro, per un breve periodo della mia vita, anch'io mi sono dilettato un pò di aeromodellismo... Immagina l'ala di gabbiano rovesciata del Junkers Ju 87 Stuka (il famosissimo caccia-bombardiere della II Guerra, detto "il picchiatello") e prova ad immaginare cosa sucederebbe se spostassimo il diedro verso la fusoliera piuttosto che verso l'estremità dell'ala... Idem con i nostri aqui...
Integro ulteriormente il mio post precedente con una ulteriore informazione: prova a notare come, cabrando o picchiando, la distanza fra i due tow points della briglia ne risenta, seppur impercettibilmente. Ciò ti permetterà di correggere, per eccesso o per difetto, il raggio di virata modificato dallo spostamento dello stand off. Ciò è perfettamente in linea con quanto esposto e ci verrà in aiuto. Picchiando l'acro compenserai un pò la tendenza alla virata stretta, cabrandolo otterrai una briglia che ti permetta una virata più stretta, perfetta per contrastare la diminuzione di manovrabilità dovuta allo stand off posizionato verso il tip alare.
Buone prove!
Saro

falco2 Posted - 26 Sep 2006 : 14:38:27
GRazie davvero a tutti, vedrò di fare oro coni vostri consigli, perchè questa pratica sportiva mi stà veramente appassionando.... almeno l'aquilonismo acrobatico, non ha consumo di batterie o miscele glow come per il mio elicottero e alianti vari.

Vi vorrei ora chiedere, come influisce sul volo di un aquilone, una vela piu rastremata.

Ho visto dai vari filmati in rete, che gli aqui di un certo livello acrobatico (...credo estremo) hanno una vela piuttosto rastremata..

Logicamente ora memorizzo le briglie originali, e ne riporto su di un foglio le dimensioni e la geometri. Ma mettiamo che perdo il foglio, dovendo io rifare le briglie un giorno, come calcolo il Cg (centro di gravità)per poter dimensionarle nel modo migliore, intendo lunghezza e geometria ?

Grazie infinite.
Ora apro un'altro post su un'altro argomento (campo di volo genova)

doctork Posted - 26 Sep 2006 : 10:36:09
ciao falco2,
lo stand off non è niente altro che la curvatura superiore delle centine del tuo aeromodello, ovvero il cetro di spinta della tua ala...
quindi tu sai già che cosa succede ad avvicinarlo alla fusoliera o avvicinandolo al tip... inoltre ad aumentare o diminuire la sua lunghezza... oltre al fatto che al disotto di una certa lunghezza al stoffa non tia più con tutto quello che comporta un bordo d'uscita "sporco"...
per la regolazione della briglia saro ti ha dato le giuste dritte....
buon divertimento.....
Saro Posted - 26 Sep 2006 : 02:13:18
Ciao Andrea,
in merito ai cavi da utilizzare, non esiste ovviamente una regola ferrea alla quale noi piloti dobbiamo scientificamente sottostare. Le principali variabili che influenzano la scelta delle linee in una data giornata di volo sono essenzialmente tre:
1) l'aquilone con cui vuoi volare;
2) l'intensità del vento;
3) il gusto personale.
Altre particolari condizioni potrebbero influire nella scelta (soprattutto della lunghezza) ma per il momento non ti tedio. Le combinazioni dei tre criteri sopra esposti darebbero luogo a talmente tante fattispecie da rendere aleatorio qualunque tentativo di indicarti un cavo adatto in ASSOLUTO.
Per ogni aquilone è solitamente previsto e consigliato, dalla stessa ditta che lo produce, un carico di rottura dei cavi da utilizzare, fondamentalmente in base al pull (cioè a quanto l'aqui "tira") di quel determinato modello. Le dimensioni dell'aqui possono indurci in errore: non sempre ad aquilone grande, corrisponde un cavo robusto. Esistono aquiloncini che tirano come autotreni e grandi aqui con una discretissima presenza sulle linee... A questo punto faremo buon gioco nell'applicare semplicemente il criterio generale, tenendo presente però ulteriori fattori che concorrono alla scelta:
a) tieni sempre presente che più accorci i cavi, meno tempo di reazione avrai per correggere le traiettorie. Volare con l'aqui ad un palmo dal naso significa essere rapidissimi nelle manovre di controllo. Basta un nanosecondo di distrazione e ti ritrovi per terra. La finestra del vento, ovviamente, diminuirà di molto le sue dimensioni con tutte le conseguenze del caso. Per converso, delle linee corte avranno meno peso quindi ti permetteranno di volare anche con poco vento;
b) allungare i cavi significa incrementare i tempi di reazione, rendendo il pilotaggio meno frenetico. Il rovescio della medaglia è sempre lo stesso: pesano un accidenti e l'acro potrebbe risentirne. Un tipico effetto di questo problema durante il volo è la "pancia" che si crea sui cavi, con l'aqui che stenta ad eseguire qualunque manovra e a gudagnare quota.
Giusto per farti un'idea, ti indico carichi di rottura e lunghezze dei cavi che utilizzo di solito io per volare:
1) con aqui SUL: con circa 2/3 km/h di vento uso cavi da 25 kg, lunghi dai 15 ai 20 metri. Se il vento aumenta ma non di molto, diciamo intorno ai 5/6 km/h, mantengo i 25 kg ma posso portarli anche a 25 metri. Nel limite superiore del SUL (7/8 km/h) continuo a volare con 25 metri ma con un carico di rottura di 38/40 kg;
2)con aqui UL: 38/40 kg per 27 metri, per tutto il loro range di vento;
3)con aqui STD: 60 kg di carico di rottura per 30 metri. Difficilmente vado oltre per mancanza di spazio, ma si potrebbero allungare ancora un pò fino a 38, 40 metri soprattutto verso il limite superiore del range di vento.
Sono ovviamente delle scelte opinabilissime dettate come ti dicevo dai criteri generali ma anche dal gusto di ciascun pilota.
In merito al carico di rottura nominale del cavo, tieni sempre presente la presenza necessaria dei vari nodi con cui colleghiamo i cavi all'aqui e alle straps, che ne faranno diminuire quello effettivo.
Quanto al secondo quesito, direi che la tua stoffa da aeromodellista si vede tutta. E anche che la tua mente non è affatto scalmanata. La virata avviene esattamente per l'accelerazione delle due porzioni di vela che hai indicato. Modificando il rapporto fra le due superfici attive durante la virata (spostando lo stand-off), otterremo una sensibile variazione manovriera dell'aqui. In linea generale, spostando verso l'esterno il tendivela, l'aqui dovrebbe essere più restìo a virare, verso l'interno invece più nervosetto e con una virata più stretta. In ordine alle condizioni di vento, una tale modifica può essere vantaggiosa spostando verso l'interno lo stand-off nel caso di vento leggero e verso l'esterno nel caso di venti più sostenuti, per "addomesticarlo" e "sostentarlo" meglio... La regolazione della briglia dovrebbe andare di pari passo: nel primo caso, picchiare un pò l'aqui (cioè accorciare il ramo di briglia che va dal connettore della traversa alta al tow point, cioè il punto in cui si uniscono tutti i rami di briglia), nel secondo caso cabrare un pò (cioè allungare il medesimo ramo di briglia). Certo che però stiamo camminando sulle uova.... come mi ha insegnato mio nonno, quando si aggiusta una cosa, se ne sfascia un'altra.... ma PROVARE fa parte dell'aquilonismo, quindi BUONA FORTUNA e facci sapere come va!
Spero di essere riuscito quanto meno a non confonderti le idee!
Ciao Andrea,
Saro
falco2 Posted - 26 Sep 2006 : 00:30:32
Grazie a tutti !!!

Non mi aspettavo di ricevere cosi tanti consigli in un post unico !!

VOlete per caso mandarmi in un paio di mesi ai campionati di volo acrobatico ?? :-)

Bando agli scherzi, ho recepito tutti i vostri consigli e non vedo proprio l'ora di ottenere iprimi risultati.

Però, vorrei attrarre la vostra attenzione su un mio dubbio che ha sollevato Saro quando parlava della lunghezza dei cavi.
Credo di aver capito, che con venti deboli occorrono cavi corti, viceversa per venti forti.
Ma praticamente, come applico questo parametro ?
ad esempio venti forsa 1-2 , 15 metri vanno bene ?
2-3 20 metri ?
e cosi via. Voi che misure adottate per i tipi di forza del vento ?

Ne aprofitto della vstra gentilezza, e vi chiedo anche un'altro quesito.
quando tiro un cavo,ad esempio il destro, impartisco fisicamente la rotazione sull'asse di imbardata dell'aquilone,generando cosi una diminuzione di portanza nella parte di ala che va dalla parte di ala in cui è posizionato lo stand off, e la punta dell'ala destra. Da qui ne consegue che la parte di ala sinistra, che va dalla punta lare sinistra, allo stand off sinistro, si dovrebbe trovare in una condizione di portanza maggiore, cosi come dovrebbere essere la parte di ala destra che va dalla spina centrale, allo stand off destro.
Sempre se è vero quanto detto sopra, secondo la mia mente scalmanata, se spostassi gli stand off verso il centro, dovrei avere un aquilone che risponde dipiu ai comandi o no e viceversa ?
e se si, come dovrei regolare le briglie per picchiarlo o cabrarlo di piu in base al vento ?

Spero proprio di essermi spiegato.
Grazie a tutti ,
P.S.
non rispondo alle vostre cose dette sopra, perchè le ho recepite chiaramente.

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