| T O P I C R E V I E W |
| Alex |
Posted - 30 Oct 2009 : 17:55:38 Questo è un altro argomento del mitico Philip78.
Non ho avuto modo di scambiare messaggi con lui, ma penso non se ne abbia a male se divulgo il suo verbo. Anticipo la richiesta che farà scuramente più di qualcuno: non è a disposizione il foglio di calcolo che descrive, lui risponde (qualche volta) a richieste specifiche. Credo che sia un suo sacrosanto diritto fare questo, ma credo anche che non se ne vorrà a male se si cerca di riprodurlo con ingegnerizzazione propria. A questo scopo accetto proposte di collaborazione da parte di matematici skillati in trigonometria sferica.
sul prossimo post, domani, metto il testo di Philip
Alessandro I miei aquiloni:Quantum Prism, Flippaut UL, 145 e wclick carbon, Teega 125 e 148, a Roma
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| 7 L A T E S T R E P L I E S (Newest First) |
| Marcello |
Posted - 04 Nov 2009 : 10:55:47 grazie per il lavoraccio Ale 
 firma manent, acro volant
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| Alex |
Posted - 02 Nov 2009 : 19:09:18 A me piace molto capire il perché delle cose, e questo mi sembra un ambito non molto esplorato, al di là di ottimi esperimenti. A me piace molto l'approccio "scientifico" di Philip. Certo mi piacerebbe costruire un archivio di brigliature per delle indagini statistiche, ma forse è un po' eccessivo. Insisto, non so fare tricks, sono a Roma dove non ci sono gruppi numerosi e incontri regolari, e progredire è più complicato. Mi rifaccio con la teoria e quando posso mi muovo un po'. In questo periodo posso fare solo aquilonismo letto e quindi perché non condividere quello che leggo con chi poi la prossima volta mi può dare qualche dritta? Siete avvisati!!!
@Gipeto
il Flippaut UL è di Franco Crocchianti, Tivolivola, che mi ha fatto provare e che mi è piaciuto subito. Molto largo, ovviamente leggero, preparato per Fabrizio Lucci e Ivan Memmo per un campionato di qualche anno fa. Per me bellissimo, gli ho chiesto lo standard e spero che me lo faccia presto, anche perché ho rotto l'attacco della traversa bassa a Giulianova e ora sono proprio appiedato!
Alessandro I miei aquiloni:Quantum Prism, Flippaut UL, 145 e wclick carbon, Teega 125 e 148, a Roma
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| G-Draco |
Posted - 02 Nov 2009 : 16:51:06 Grazie anche da parte mia!!  
Buoni 20
Giacomo. Gruppo Aquilonisti DracoVolans A.P.D. I Draghi - Pistoia www.dracovolanspt.org www.levantevento.net |
| borf |
Posted - 02 Nov 2009 : 13:37:58 grazie un milone !! grand bel lavoro! complimenti a PHilip e per la traduzione
ciao Borf, StuntKiteVeneziaS.Giuliano Hype,Opium*,Hypnotist,Thornback,Op67%,Op85%,Op94%,Virus67%,Nazko,Mohawk80%,Junebag,Rev2SUL(C.T.),NirvanaUL*,UNinjaSul,The bad,Galaxy,RevMaiocchiUl&STD,C'estlaVie*,Frenezy,Joran,Akuji*,iTrix*,145Wing,Quartz |
| skywolf |
Posted - 02 Nov 2009 : 09:18:35 Grazie per l'impegno e il lavoro.
Mario |
| gipeto1 |
Posted - 31 Oct 2009 : 18:03:37 La materia mi sembra corposa e molto molto interessante ... mi leggerò sicuramente il tutto con calma.
Per il momento grazie Alex.
Ps: Com'è il Flippaut UL?
Walter Challenge STD e VTD, Over, Diablis, Farfalla della PM (grazie Gadiel) |
| Alex |
Posted - 31 Oct 2009 : 14:31:58 La Brigliatura – La Sintesi
Dopo aver riflettuto sulle brigliature e scambiato delle idee su questo argomento con un buon numero di appassionati di aquiloni, e dopo aver verificato con prove in volo le soluzioni sviluppate mi è sembrato interessante radunare tutte queste informazioni e farne una sintesi, per permettere a ciascuno di raccapezzarsi. La riflessione che ho fatto riguarda le brigliature a “3 punti”, perché si può considerare che le briglie turbo, o turbo inverse, non siano che delle evoluzioni della 3 punti, anche se queste configurazioni cambiano il comportamento dell’aquilone.
1° metodo: il metodo empirico Esiste da molto tempo un metodo empirico che permette di giudicare a colpo d’occhio una brigliatura. - 1. Si devono adattare le briglie di incidenza ed esterna in maniera che se si tira il punto di giunzione di queste 2 briglie verso il basso e verso la croce centrale (e questo nel piano delle stecche dell’aquilone), la briglia esterna deve essere di lunghezza tale che la briglia di incidenza sia parallela alla spina, con il “punto di tiro” posizionato fra i 10 e i 15 cm circa al di sotto della traversa bassa (variabile a seconda della grandezza dell’aquilone) (cioè una lunghezza della briglia di incidenza che sia circa l’85% della distanza tra i due punti di fissaggio della brigliatura sul bordo di attacco).
- 2. Si dovranno quindi adattare le briglie di incidenza ed interna in maniera che, se si tira il punto di giunzione delle due briglie verso il basso e verso il bordo di attacco (e questo sul piano delle stecche dell’aquilone), il punto di giunzione tra queste briglie sia sulla bisettrice dell’angolo formato dal bordo di attacco e la traversa bassa, con il punto di tiro a circa 10 cm. dall’angolo (cioè una briglia interna di circa l’85% della lunghezza della traversa bassa).
Un controllo della corretta regolazione della briglia di incidenza si può fare sospendendo l’aquilone (che si tiene dalle briglie, nel punto di tiro) in un posto senza vento, per verificare se si mantiene orizzontale o con il naso in alto di uno o 2 cm.
L’inconveniente di questo metodo empirico è che se si fa variare la profondità della brigliatura (lunghezza dell’insieme delle briglie) la posizione della briglia di incidenza che si voleva parallela alla spina non lo sarà più, e se la si forza parallela, si arriva a brigliature troppo esterne su aquiloni di piccole dimensioni.
Dato che il metodo empirico ha i suoi limiti, ho tentato di orientarmi verso un metodo statistico.
Per questo, ho cercato di confrontare un certo numero di brigliature su aquiloni esistenti e regolati correttamente , per arrivare alla localizzazione più adatta del “punto di tiro” in funzione della geometria di un aquilone. (tenendo in considerazione, ben inteso, l’uso o i gusti dei piloti per un comportamento dell’aquilone lento o molto esterno, lungo e lasco, oppure corto e reattivo… etc)
Nota: il “punto di tiro” è rappresentato dal punto di giunzione delle briglie, là dove si esercita la trazione delle linee, tramite di una piccola briglia addizionale. C’è un punto di tiro per ala, ma il ragionamento è lo stesso per ognuna di esse, sapendo che bisogna mantenere una perfetta simmetria.
Punto molto importante: bisogna notare che tutte le brigliature turbo, o turbo inverse, sono state ricondotte a una brigliatura a “3 punti equivalenti” per poter essere analizzati e confrontati fra loro. Per precisione, i valori del turbo non sono stati considerati con le loro lunghezze reali, ma con delle lunghezze ridotte, per tener conto dell’accorciamento dovuto all’angolo formato dal turbo stesso e le briglie principali, angolo che riduce la lunghezza reale risultante, quando le tre briglie sono in tensione.
(Una briglia turbo di 6,5 cm sarà, per esempio, riportata con un valore di 5,5 cm nella conversione a tre punti per considerare questa parte di lunghezza).
Si può ottenere il vero valore di “3 punti equivalenti” mettendo in tensione la brigliatura di una sola ala (tirando bene) e misurando la distanza tra il punto di tiro e ciascuno dei tre punti di attacco della brigliatura sull’aquilone.
Una domanda frequente dei praticanti, ad esempio di quelli che hanno sregolato tutto e non hanno annotato nulla, di coloro i quali che hanno costruito un modello e ed infine di chi vuole customizzare il proprio aquilone, ed infine di tutti coloro i quali che hanno bisogno di creare una brigliatura per fare delle prove in volo, a cui tenterò di dare qualche chiave di soluzione, è la seguente: “Qual'è la maniera di fare una brigliatura in modo semplice (anche praticabile sul campo), una prima brigliatura “3 punti”, che sia subito “volabile”, e sufficientemente facile per non rimanere scoraggiati al primo contatto.”
Questo non impedisce di annotare subito da qualche parte le lunghezze delle brigliature originali, non appena entrato in possesso di un aquilone. Si sarà contenti di ritrovarle se si regola male qualcosa, o si potrà farne beneficiare qualcuno che non ha preso le stesse precauzioni.
2° metodo: il metodo statistico
Volendo avere un approccio “statistico” alla brigliatura a tre punti, ho potuto fare la seguente constatazione: - la somma delle lunghezze della briglia di incidenza e della briglia esterna va normalmente dal 70% al 73% (o il 74% per gli aquiloni grandi) della lunghezza del bordo di attacco.
(lunghezza totale del bordo di attacco, dal naso alla punta terminale, questo naturalmente per un massimo di 3 cm oltre la vela)...(si arriva al 78% in alcuni casi)
Quindi, se si prende un aquilone il cui bordo di attacco sia di 160 cm totale, questo darà 160 x 74% = 118 cm. Quindi il punto di tiro (PdT), (per una regolazione facile o per debuttanti), si pone ad una distanza abbastanza vicina al punto di mezzo della briglia, da 0,5 a 2 cm al di sotto di essa, così la briglia di incidenza è di solito da 1 a 4 cm più lunga di quella esterna.
Ma, su aquiloni di praticanti del freestyle è spesso di più, nell’ordine dei 2-4 cm sotto il punto mediano (la briglia di incidenza può essere in questo caso più lunga da 4 a 8 cm rispetto la briglia esterna) e su aquiloni di campioni con una regolazione radicale può andare da 4,5 a 6,5 cm oltre il punto di mezzo (la briglia di incidenza può essere in questo caso dai 9 ai 13 cm più lunga della briglia esterna).
Queste regolazioni estreme non sono adatte e debuttanti o per “fare conoscenza” con un aquilone perché essendo molto estreme, rendono l’aquilone difficile da far decollare e mantenere in volo, e possono falsare il giudizio che ci si può fare di un apparecchio.
Nel nostro esempio, si potrà impostare: 118 /2 = 59 cm e con il punto di tiro a 0,5 cm al di sotto del punto di mezzo, avremo, come dimensione delle due briglie:
- Incidenza (alta) : 59,5 cm - esterna (bassa) : 58,5 cm
Per quello che concerne la briglia bassa, (che va verso la croce centrale), la regola è
- la lunghezza della briglia bassa è normalmente superiore dal 12 al 20 % la lunghezza della briglia esterna (per un aquilone il cui comportamento non sia estremo).
Se si mantiene un +20% (valore medio, ma che permette un minimo di free), nel nostro esempio avremo: Briglia interna = briglia esterna + 20 % …… cioè: 58,5 cm x 1,20 = 70,2cm, arrotondato a 70 cm. Avremo quindi una brigliatura completa a 3 punti con le tre lunghezze: - Incidenza (alta) : 59,5 cm - esterna (bassa) : 58,5 cm - interna (verso la croce) : 70 cm Ovviamente, questo ha valore di analisi statistica e si troveranno sempre eccezioni a quanto appena detto, ma il mio fine non è di trovare una regola per i prodotti specifici “fuori norma”, ma piuttosto di tentare di formalizzare quello che si fa abitualmente in modo empirico, su una larga gamma di aquiloni Inoltre, ho notato che la tendenza generale si è evoluta nel tempo verso briglie più corte e con l'uso di piccoli turbo, tuttavia questo evita di partire con una briglia "strana”, e permette, con qualche cordino di nodi, di mettere l’aquilone rapidamente a punto. Ecco cosè … un metodo per una brigliatura “veloce” per volare subito. Non sono arrivato a queste conclusioni per caso, infatti avevo da tempo voglia di riportare in formule il calcolo della brigliatura. Allora, malgrado i consigli contrari che mi dicevano “non è possibile”, “ci sono troppi parametri da prendere in considerazione” e “poi questo dipende da quest’altro”, “da quello”, “…la forma della vela, la sua profondità, le stecche, etc. etc…” ebbene, malgrado tutto ciò, ho perseverato! Come! “è impossibile!” Ma quelli che l’hanno saputo fare sinora basandosi sulla propria esperienza, dovevano pur avere un sistema per “decodificare” la loro conoscenza! Per questo, mi occorreva uno strumento capace di aiutarmi a paragonare le briglia ture degli aquiloni fra di loro per definire meglio il loro ritratto… e dato che questo strumento non esisteva, sono stato obbligato a crearlo. Già, questa è un’impresa! Inventare un programma di “B A C” “brigliatura assistita al computer”.
3° metodo: il metodo delle percentuali
Prima di tutto, bisogna sporcare un po’ di carta

Poi occorre fare un piano, per dipanare il bandolo della matassa…
Sono partito dallo Styx 2.3, con una brigliatura a 3 punti di Ron Graziano, brigliatura che ho scelto perché era un po’ fuori norma, (regolazione leggera, molto esterna e corta)
Come l’ideale della geometria, che è quello di ragionare su figure ai limiti della norma, la sua caratteristicità molto accentuata conveniva perfettamente all’esplorazione delle analisi possibili. In effetti mi ha guidato verso considerazioni che non sarebbero state possibili con altri modelli.

Dopo, rivedere la sua trigonometria, i seni e i coseni, e mettere il tutto in equazioni. Poi, posare le matite, prendere 2 aspirine e accendere il computer. Impostare un foglio Excel con quello che avevo abbozzato su carta. Garantire la fruibilità del programma, la sua comprensione per gli altri, mettere dei pulsanti per fare delle prove ... e voilà ! E per fare capire come funziona? Fare una nota esplicativa basata su un esempio!

Poi, come al solito, fare qualche piccola variazione per far vedere come reagisce il programma.

Fra queste due versioni, il punto di tiro si è spostato verso l’alto e verso l’interno della brigliatura e si è accorciato un poco. Questo si vede bene sia tramite le coordinate cartesiane che nella variazione del valore delle tre percentuali.
Ecco una presentazione che ho voluto breve ma tuttavia dettagliata , per far piacere a quelli che sono assetati di conoscenza o semplicemente curiosi di natura!
Il foglio che ho impostato non è che un programma di trigonometria, che permette di calcolare automaticamente delle lunghezze delle briglie, a partire dalla posizione di un punto di tiro (visto in proiezione sul piano dell’aquilone, come ascissa, ordinata e altezza rispetto al piano dell’aquilone.
Permette lo stesso, funzionando in maniera inversa, partendo dalle lunghezze conosciute delle briglie, di determinare la posizione del punto di tiro e le percentuali corrispondenti.
Cosa rappresentano queste percentuali?
Il punto di tiro (PdT) è posizionato nelle tre dimensioni (x, y e z), la croce centrale è considerata come punto di origine "0", ho voluto esprimere questa posizione in rapporto percentuale con i seguenti elementi della struttura: Nota : le posizioni in "x" e "y" ( quelle delle linee 1 e 2 qui sotto), corrispondono alla posizione del PdT visto in proiezione nel piano dell’aquilone
1) altezza del PdT al di sopra della traversa inferiore, in % della distanza traversa bassa/traversa alta (*)
2) distanza del PdT dalla spina, in % della distanza spina / connettore inferiore del bordo di attacco.
3) altezza del PdT al di sopra del piano dell’aquilone, in % della lunghezza della traversa bassa.
Legenda : "Pdt" punto di tiro / Spina = longherone centrale / Top-cross = traversa superiore.
Precisazione : (*) Se la brigliatura non è fissata alla croce centrale, bisogna sostituire “traversa bassa” con “linea virtuale che unisce il punto di tiro centrale al punto di fissaggio basso sul bordo di attacco”.
Segue uno schema che illustra la posizione del PDT :
Le percentuali del nostro esempio si posizionano alla metà delle seguenti forchette.
1) fra 25% (duro) e 37 % (molto leggero). >>>>> Facile : 31 %
2) fra 57% (interno) e 65% (esterno). >>>> Medio : 61%
3) fra 47% (molto corto, vivo, molto reattivo) e 65% (calmo). >> Medio: 56%
Questa potrebbe essere considerata come la “carta d’identità” di questa brigliatura, una brigliatura “facile e simpatica”, per fare la conoscenza di un aquilone. Poi, ovviamente, si può “radicalizzare” il proprio aquilone.
Quello che molti dimenticano è che tutte le modifiche delle lunghezze di una briglia comportano automaticamente una variazione del posizionamento del PDT nelle tre dimensioni.
I fogli di calcolo fanno vedere ugualmente (a titolo di confronto), le lunghezze delle brigliature come risulterebbero dall’applicazione del “metodo empirico”.
Bisogna notare che, affinché la briglia di incidenza rimanga parallela alla spina centrale, la briglia esterna dovrà essere leggermente superiore al 100% di Vb. In effetti, dovrà essere il 100% di Vb se il PDT sarà a livello della traversa bassa, ma dovrà invece essere un po’ più lunga se quest’ultima sarà più in basso.
Di seguito si trova l’esempio n. 3 , dove si vede una differenza tra il metodo empirico e quello che sta per essere descritto.

Per semplificare la lettura e l’interpretazione dei risultati, ho anche creato una versione semplificata del foglio di calcolo, che riprende semplicemente i dati essenziali che devono essere interpretati.

Elementi necessari al calcolo (che illustrano l’esempio n. 3)
Lunghezza del bordo di attacco dell’aquilone (BA): 137,5 cm (dal naso alla punta della stecca, ma va considerato un massimo di 3 cm di superamento della misura della vela. Su alcuni aquiloni questa misura è superiore, ma oltre questa lunghezza la misura non è più significativa)
Lunghezza fra i seguenti punti di ancoraggio della brigliatura: Connettore superiore bordo di attacco / connettore inferiore bordo di attacco = 65 cm Connettore inferiore bordo d attacco / punto di tiro centrale = 73,5 cm Connettore superiore bordo di attacco / punto di tiro centrale = 41 cm
Nota: è la distanza fra i nodi di attacco della brigliatura alla struttura la misura che deve essere presa, anche nel caso in cui questa sia a qualche centimetro dal connettore della croce centrale, infatti occorre determinare i lati del triangolo di sostentamento dell’aquilone.

Interpretazione e carta d’identità di una brigliatura (come nell’esempio n. 3)
Esempio N° 3 : brigliatura a 3 punti: - Incidenza (alta): 55,5 cm - esterna (bassa): 52,0 cm - interna (verso la croce): 63,8 cm
L'ordine delle percentuali è il seguente: % della lunghezza del bordo di attacco / le 3 percentuali del punto di tiro (PDT) / e % di lunghezza extra della briglia interna rispetto a quella esterna, sulla “3 punti”.
Le percentuali che risultano da brigliatura: * (55,5 + 52,0) = 107,5 cm, cioè 78 % della lunghezza del bordo di attacco. * ( 33% / 63 % / 58 % ) = ritratto della brigliatura. * briglia interna = briglia esterna + 22,6% Tipologia dell’aquilone dell’esempio n. 3: (33 % è abbastanza leggero, 63 % è simpatico per un aquilone da free-style “non radicale”, e il 58% dà una brigliatura media in quanto a profondità di brigliatura incontrata negli aquiloni attuali) L'ordine di grandezza della variazione sugli aquiloni di taglia media è di circa il 3% di variazione su ogni cm aggiunto o tolto dalla briglia di incidenza, ma questa è veramente un’approssimazione!
Prolungamento della briglia interna = briglia esterna + 22% (nella media degli aquiloni da free-style). Nota : è un dato ridondante con la percentuale del 63%, ma è facile da utilizzare sul terreno per regolare il proprio aqiuilone più o meno esterno.
Quale percentuale dare al prolungamento della briglia interna, in rapporto alla briglia esterna? Una percentuale inferiore al 10% è molto insolita (troppo interna, troppo riflessiva, troppo basilare)? Il minimo attuale per un aquilone facile e meditativo è fra il 12 e il 15 %.
L’aquilone da free-style può essere brigliato a partire dal 20% ma i valori intorno al 25% sono frequenti, e arrivando al 30-33% ci si avvicina al limite che non conviene oltrepassare. Mi sembra interessante determinare, in funzione dei gusti di ciascuno, delle proprie attitudini, dello stile di volo cercato o della natura dell’aquilone, le percentuali più adatte in modo di partire subito con una brigliatura che possa andare bene (ed anche… che piaccia!)
Questa conoscenza delle percentuali appropriate si arricchisce sempre. Il fatto di tradurre in cifre ogni modifica apportata alla brigliatura permette anche di memorizzare bene le sensazioni percepite durante i voli di prova, associando le variazioni di comportamento alle differenti percentuali corrispondenti. Le percentuali disegnano una specie di “disegno della personalità di un aquilone”
.... una specie di formula che permetterà di dire di un aquilone: “dimmi le tue percentuali, e ti dirò chi sei !”
(Lo so, lo so! Non è questo che conta! Ma non fa male!)
È da notare che:
- in rapporto agli anni passati, le briglie sono più corte, attualmente sono il 72-74% del bordo di attacco, e questo porta ad un’altezza del "PdT" al di sopra del piano dell’aquilone equivalente al 54-60 % della traversa)
- i radicali da free sono brigliati molto esterni … fino al 68 %
- i campioni scelgono delle regolazioni larghe (inferiori al 25 %), che li obbligano a pompare, ma che riduce la loro velocità e facilita il loro sventamento, per i tricks.
- alcuni “boscaioli" brigliano molto esterni e morbidi.
- i turbo si sono ridotti di lunghezza e i turbo inversi sono diventati utilizzati tanto quanto i turbo classici.
Ecco le conclusioni cui sono arrivato con i miei confronti statistici. Realizzazione pratica della brigliatura Si possono trovare dei consigli utili sulla realizzazione di una brigliatura su questi eccellenti siti:
http://www.domkites.be/ReglerBridage.html (scale di nodi ecc.)
http://bscv.free.fr/bienvenu.html (capitolo trucs / bridage réglable)
Io penso che il modo più facile sia quello di fare una briglia incidenza/esterna in un solo pezzo.
Preparare una briglia interna che si fissa con una doppia bocca di lupo alla grande briglia esterna a circa la metà (secondo le misure calcolate precedentemente).
Questo permette di spostare il punto di tiro della doppia bocca di lupo verso l’alto o verso il basso per poter modificare la regolazione.
Questa possibilità di regolazione è naturalmente aumentata dalla realizzazione di una scala di nodi per la regolazione della briglia di incidenza, al punto di attacco superiore.
Trovo che 5 nodi (o 7) distanziati di 10 mm possano andare bene, in rapporto ad una regolazione di base sul nodo 3 (o 4), con due variazioni possibili (o 3) per ammorbidire o estremizzare l’aquilone.

Si possono fare ugualmente delle scale di nodi agli altri punti di attacco, per avere la stessa possibilità di variazione dei valori di brigliatura interna/esterna.
Un modo interessante, se si vogliono fare facilmente delle prove, con e senza turbo, è di non fissare direttamente la briglia interna sulla grande briglia incidenza/esterna, ma di realizzare, su una piccola briglia indipendente, un cappio di una dozzina di centimetri che si fisserà sulla grande briglia esterna con una doppia bocca di lupo e che all’altro capo avrà un nodo per il collegamento con le briglie.
Questa piccola briglia potrà piegarsi sull’altra, come in precedenza.
La briglia interna si fisserà, con una semplice bocca di lupo, su questa piccola briglia; sia vicino alla doppia bocca di lupo (per una brigliatura “tre punti”), sia 6,5 cm dal punto di tiro (per una brigliatura turbo classica, con un turbo di 6,5 cm); si farà in questo caso un altro nodo , alla distanza voluta, per bloccare bene la briglia interna su questo punto quando si passa in configurazione turbo.
È una possibilità interessante, a condizione di avere la possibilità di accorciare di conseguenza i valori delle briglie di incidenza ed esterna nella proporzione del valore del turbo (cioè 6,5 cm – 1 cm = 5,5 cm nell’esempio descritto, di un turbo classico).
Ricorda (-1 cm: perché?): i valori del turbo non sono compatibili con le loro lunghezze reali, ma devono essere ridotte, per tenere conto della parte di lunghezza dell’angolo formato dal turbo stesso e le briglie principali quando le 3 briglie sono in tensione. (una briglia turbo di 6,5 cm di lunghezza sarà conteggiata con un valore di 5,5 cm nella conversione).
Questa correzione di lunghezza sulle altre due briglie è indispensabile , per non modificare le “percentuali tipiche“ della brigliatura provata e giudicare unicamente l’”effetto turbo”, senza modificare l’incidenza né il rapporto interno/esterno.
Come ogni ricerca di regolazione, non si possono verificare gli effetti di una modifica se non si interviene su un solo parametro alla volta.
Talvolta si dimentica che la modifica della lunghezza di una singola briglia modifica la posizione del punto di tiro sulle tre direzioni (incidenza, rapporto interno/esterno e altezza al di sopra del piano di volo). Si potrà anche far variare la lunghezza del turbo spostando la posizione del nodo di bloccaggio.
Anche se un sistema di brigliatura regolabile è molto astuto, io preferisco utilizzare quello delle scale di nodi perché è più facile da ricordare ed annotare (o memorizzare), cosa che va molto bene quando si è sul terreno in fase di test.
E poi, su un “tre punti”, si può spostare il rapporto interno/esterno, senza che la modifica dell’incidenza sia troppo importante, brigliando più corto di uno o due nodi sulla briglia esterna, e brigliando più lungo dello stesso numero di nodi sulla briglia interna. (questo implica che le scale di nodi abbiano lo stesso intervallo fra i nodi) … e viceversa, naturalmente.
La fase di test è più facile con 7 nodi totali sulla scala dei nodi, e si potrà sempre tagliare la parte eccedente dopo la messa a punto ed eliminare la possibilità di variazione, salvo sull’incidenza dove è interessante mantenere questa scala di nodi.
Regolazione dell’incidenza, che permette l’adattamento dell’aquilone alle condizioni del vento.
Regolazione più leggera : (briglia di incidenza accorciata), per I venti leggeri, per decollare e volare più facilmente (portanza aumentata e tiro diminuito, quindi aumento della velocità e aumento della trazione). Le virate saranno larghe e relativamente morbide.
Regolazione più forte : (briglia di incidenza allungata), nei venti medi, per rendere l’aquilone più facile e volare più lentamente. (Portanza diminuita e tiro aumentato, quindi velocità diminuita, ma trazione aumentata). Le virate saranno più strette e più nervose.
Lo sventamento dell’aquilone e l’esecuzione degli stop sono condizioni obbligatorie per l’esecuzione delle figure di freestyle, perché devono essere eseguite quando la vela dell’apparecchio non ha più pressione.
Quindi, poiché la portanza diminuisce, ci sarà poca pressione sull’aquilone, e si dovrà quindi correre di meno verso l’aquilone, per annullare la pressione del vento sulla vela.
Una regolazione più forte (quando c’è il vento necessario), permette allo stesso modo degli atterraggi più facili.
Regolazione più leggera: (briglia di incidenza accorciata), per i venti forti, questa volta si cerca solamente la diminuzione del tiro, per minimizzare la trazione e, conseguentemente, diminuire al massimo gli sforzi sulla struttura dell’aquilone, per salvaguardarlo ed evitare la rottura… ma solamente entro un certo limite, perché è anche aumentata la velocità, che diventa sicuramente alta! Vuol dire che per atterrare, bisognerà poter andare al bordo della finestra (ma questo non è sempre possibile, se c’è qualcuno intorno o manca spazio, ed in questo caso, occorrerà dare prova di una certa maestria, per atterrare nel pieno centro della finestra, senza fare danni!)
Regolazioni interne/esterne, che permettono un cambio di comportamento dell’aquilone
Regolazione più interna: (briglia interna accorciata e/o briglia esterna allungata). Le virate saranno strette e nervose, anche in maniera eccessiva. L’aquilone avrà bisogno di piccoli gesti e chiederà un controllo maggiore per correggere una tendenza all’instabilità di traiettoria in linea retta. Per le figure di free chiederà dei piccoli impulsi.
Regolazione più esterna: (briglia interna allungata o/e briglia esterna accorciata). Le virate saranno più ampie e meno nervose. L’aquilone sarà più stabile sulle traiettorie dritte e si controllerà più facilmente, offrendo, di fatto, una precisione maggiore.
Per le figure di free-style chiederà degli impulsi maggiori, ma le figure saranno, nel complesso, più facili, per il braccio della leva fra il punto di tiro e la spina (longherone centrale) sarà maggiore.
La brigliatura ottimale è il miglior compromesso fra necessità contrastanti (facilità di decollo e di atterraggio, preciso ma vivo, ecc. ecc.)
Ricordiamo quindi che:
- una regolazione leggera, che darà delle virate larghe e un po’ dolci potrà essere compensata da una regolazione più interna, che dà virate serrate e nervose.
- al contrario, una regolazione pesante che darà delle virate strette e nervose potrà essere compensata da una regolazione più estrena, che darà più ampiezza e dolcezza alle virate.
"Turbo" o "non turbo" / "Turbo classico" o "Turbo inverso"
Io penso che sia fondamentale il testare i valori della brigliatura con i “tre punti”, per valutare il livello delle percentuali trovate, in funzione dello stile o delle abitudini di ciascuno, prima di trasformare questa brigliatura “passiva” in brigliatura “attiva”, con un turbo classico o un turbo inverso.
Questa metodologia rende, penso, la messa a punto più facile, diminuendo il numero dei parametri da “sentire”, e permettendo una migliore percezione delle modifiche (il turbo può aumentare o smorzare queste sensazioni).
Quindi, a che serve un turbo?
Da quello che ho capito, sin quando una brigliatura tre punti è in una fase di volo normale le tre briglie sono in tensione, ma durante un rapido cambio di incidenza o di traiettoria (per una raffica o un comando veloce del pilota, ecc) il punto di tiro si muoverà più velocemente dell’aquilone e almeno una briglia si allenterà, “disaccoppiando” un po’ il pilota e l’aquilone. Quando il pilota vorrà riprendere il contatto con le tre briglie, la prima cosa che farà sarà quella di annullare questo allentamento, cosa che provocherà un certo “ritardo” nella conduzione.
Al contrario, con un turbo, o un turbo inverso, la briglia del turbo, che si può spostare angolarmente fra il punto di tiro e il suo attacco alle altre due briglie, compenserà automaticamente questa “perdita di contatto” fra il pilota, mantenendo le tre briglie in tensione. La compensazione sarà capace di correggere le deviazioni su un’ampiezza tanto più grande quanto più importante sarà la lunghezza del turbo.
Si potrà pensare allora che non ci sono che vantaggi nell’utilizzo del turbo!
Ancora una volta dovremo gestire il compromesso, perché la capacità di correzione di un grande turbo introduce una certa "morbidità" del pilotaggio, eliminando le sensazioni eccessive "filtrandole" al pilota, che avrebbe potuto reagire istantaneamente.
È un po’ come i servosterzi elettrici, che non permettono più di sentire realmente la strada e gli sforzi cui sono sottoposti i pneumatici in curva, o come un ESP, (correttore elettronico di traiettoria), che è in grado di correggere le sbandate, ma che porta la macchina un po’ al posto del guidatore, e impedisce alcune manovre (ad esempio le derapate volontarie), che non possono essere più effettuate.
Per questo i turbo molto lunghi (fino a 23 cm!), sembrano far parte dei concetti del passato, e attualmente sono messi da parte, sicuramente a causa della loro tendenza a “disaccoppiare” l’aquilone e il pilota e della loro mancanza di “ritorno di informazioni”.
Si può trarre vantaggio nell’utilizzo di un piccolo turbo, fra 3 e 7 cm, che andrà semplicemente a “minimizzare “ le piccole perdite di tensione su una briglia, permettendo comunque di “sentire” l’aquilone.
Può anche essere che la miglior precisione sarà ottenuta con i tre punti, perché quando si pompa, o quando si indietreggia velocemente con una brigliatura turbo, si può avere un certo ondeggiamento della traiettoria, proporzionalmente all’importanza del turbo.
Qui risiede un altro terreno di esplorazione ove ciascuno potrà cercare le proprie preferenze, fra una brigliatura tre punti: brigliatura di base, la sola esaminata sino a questo momento, e i due principi del turbo
La brigliatura con turbo classico : dove il turbo è tra il punto di unione della la briglia di incidenza con quella esterna e la briglia interna, dove è fissato il punto di tiro.
La brigliatura con il turbo inverso: dove il turbo è tra il punto di unione della la briglia di incidenza con quella interna e la briglia esterna, dove è fissato il punto di tiro.
Quale scegliere fra "turbo classico" e "turbo inverso"? ci sono sostenitori delle due configurazioni, e non ho sperimentato abbastanza per capire quali siano i vantaggi dell’uno rispetto all’altro, perché so che in virata non avranno lo stesso comportamento.
(ma lascerò agli specialisti del pilotaggio dire il perché)
Come trasformare la propria “Brigliatura tre punti” in “Brigliatura turbo”
Per semplificare la spiegazione, la cosa migliore è riprendere l’esempio n° 3.
Esempio n°3 : Brigliatura 3 punti: - Incidenza (alta) : 55,5 cm - esterna (bassa) : 52,0 cm - interna (verso la croce) : 63,8 cm
L'ordine delle percentuali è il seguente: % della lunghezza del bordo di attacco/ le tre percentuali del punto di tiro / e la % dell’aumento di lunghezza della briglia interna rispetto a quella esterna, sui “3 punti”.
Le percentuali risultanti di questa brigliatura sono: * (55,5 + 52,0) = 107,5 cm, cioè 78 % della lunghezza del bordo di attacco. * ( 33% / 63 % / 58 % ) = ritratto della brigliatura * briglia interna = briglia esterna + 22,6%
Si tratta, passando al turbo, di mantenere esattamente le stesse percentuali che ci avevano dato soddisfazione nella prova precedente in “3 punti”.
1° esempio: conversione in brigliatura “turbo classica” (di 6,5 cm): Questa brigliatura è l’equivalente “turbo classica “ della brigliatura “3 punti” precedente, quindi le percentuali date per i “3 punti” si confrontano con questa brigliatura.
- Incidenza (alta) : ( 55,5 cm – 5,5 cm ) = 50,0 cm - esterna (bassa) : ( 52,0 cm – 5,5 cm ) = 46,5 cm - interna (verso la croice) : (resta invariata) = 63,8 cm - briglia turbo classica : 6,5 cm
Nota : questo turbo di 6,5 cm è considerato con un valore di 5,5 cm nella conversione della brigliatura, per tener conto del movimento angolare fra le briglie e il turbo che riduce la lunghezza reale risultante.
Questo turbo è montato da un lato fra il punto di giunzione dell’attacco delle briglie di incidenza ed esterna, e dall’altra parte all’estremità della briglia interna.
È in quest’ultimo punto che si trova fissato il punto di tiro.
2° esempio: brigliatura “turbo inversa” (di 6,5 cm) :
Questa brigliatura è l’equivalente “turbo inversa” della brigliatura “3 punti” precedente, quindi le percentuali date si applicano a questa brigliatura.
- Incidenza (alta) : ( 55,5 cm – 5,5 cm ) = 50,0 cm - esterna (bassa) : ( resta invariata) = 52,0 cm - interna (verso la croce) :( 63,8 cm – 5,5 cm ) = 58,3 cm - briglia del turbo inversa : 6,5 cm Nota : questo turbo di 6,5 cm è considerato con un valore di 5,5 cm nella conversione della brigliatura, per considerare la componente angolare fra le briglie e il turbo, che riduce la lunghezza reale risultante.
Questo turbo è montato da un lato fra il punto di giunzione dell’attacco delle briglie di incidenza ed interna, e dall’altra parte all’estremità della briglia esterna.
È in quest’ultimo punto che si trova fissato il punto di tiro.
Un’idea simpatica, "la brigliatura doppio impiego"
Sinora abbiamo cercato, passando a una brigliatura turbo, di mantenere esattamente le stesse percentuali che ci avevano dato soddisfazione nella prova precedente colla brigliatura “3 punti”.
Ma ora che abbiamo trasformato la nostra “3 punti” in “turbo inversa", che succede se si annulla questo turbo, facendo scorrere l‘attacco della briglia esterna fino alla giunzione delle altre due briglie…? Si ricrea una brigliatura 3 punti differente!
Avremo adesso:
brigliatura "turbo inversa" (di 6,5 cm) : - Incidenza (alta) : 50,0 cm - esterna (bassa) : 52,0 cm - interna (verso la croce) : 58,3 cm - briglia del turbo inversa : 6,5 cm Questa brigliatura avrà la “carta d’identità” seguente (lo ricordo, nel suo equivalente 3 punti”).
L'ordine delle percentuali è il seguente: % della lunghezza del bordo di attacco/ le tre percentuali del punto di tiro / e la % dell’aumento di lunghezza della briglia interna rispetto a quella esterna, sui “3 punti”.
Le percentuali risultanti di questa brigliatura: * (55,5 + 52,0) = 107,5 cm, cioè 78 % della lunghezza del bordo di attacco. * ( 33% / 63 % / 58 % ) = ritratto della brigliatura * briglia interna = briglia esterna +22,6% e noi otteniamo adesso, questo:
Brigliatura turbo inversa “neutralizzata”, ridiventata quindi una brigliatura 3 punti: - Incidenza (alta) : 50,0 cm - esterna (bassa) : 52,0 cm - interna (verso la croce) : 58,3 cm - briglia del turbo inversa : neutralizzata e portata a "0" cm Questa volta le percentuali sono cambiate, e la brigliatura ha una nuova carta di identità!
L’ordine delle percentuali è il seguente: % della lunghezza del bordo di attacco/ le tre percentuali del punto di tiro / e la % dell’aumento di lunghezza della briglia interna rispetto a quella esterna, sui “3 punti”.
Le percentuali risultanti di questa brigliatura: * (50 + 52,0) = 102 cm, cioè il 74 % della lunghezza del bordo di attacco * ( 37% / 56 % / 53 % ) = ritratto della brigliatura * briglia interna = briglia esterna +12,1% ( molto saggia e facile) Questa volta la brigliatura diventa veramente interna (56% al posto del 63%), è anche un po’ meno profonda (quindi un po’ più reattiva), ma verosimilmente troppo leggera (37% al posto del 33%). Ma non è grave se la regolazione è diventata troppo leggera, perché questo potrà essere facilmente corretto allungando la briglia di incidenza grazie alla scala dei nodi.
Si riternerà a una percentuale del 33% aggiungendo 1 cm all’incidenza. Se si aggiunge ancora 1 cm àll’incidenza, si arriverà al 29 %, sempre senza variazioni del rapporto interno/esterno che rimane al 56 %. Con un totale di 2 cm aggiunti all’incidenza, solo la profondità cambia un po’ ritornando a: * (52 + 52,0) = 104 cm, cioè il 76 % della lunghezza del bordo di attacco. Quindi il nuovo ritratto della nostra brigliatura diventa
• ( 29% / 56 % / 54 % ) = ritratto della brigliatura
Brigliatura turbo classica “neutralizzata”, ridiventata quindi una brigliatura 3 punti: - Incidenza (alta) : 50,0 cm - esterna (bassa) : 46,5 cm - interna (verso la croce) : 63,8 cm - briglia del turbo classica : neutralizzata e portata a "0" cm Questa volta le percentuali sono cambiate, e la brigliatura ha una nuova carta di identità!
L’ordine delle percentuali è il seguente: % della lunghezza del bordo di attacco/ le tre percentuali del punto di tiro / e la % dell’aumento di lunghezza della briglia interna rispetto a quella esterna, sui “3 punti”.
Le percentuali risultanti di questa brigliatura: * (50 + 46,5) = 96,5 cm, cioè il 70 % della lunghezza del bordo di attacco * ( 50% / 68 % / 49 % ) = ritratto della brigliatura * briglia interna = briglia esterna +37% ( è veramente estrema)
Questa volta la brigliatura diventa veramente esterna (68% al posto del 63%), è anche molto meno profondo (quindi molto reattivo), ma veramente troppo leggero(50% al posto del 33%). Per correggere occorrerà allungare molto la briglia di incidenza grazie alla scala dei nodi.
Aggiungendo 5 cm all’incidenza si otterrà una buona correzione, e si arriverà a questi risultati:
Le percentuali risultanti da questa brigliatura dopo l’aggiustamento: * (55,0 + 46,5) = 101,5 cm, cioè il 74 % della lunghezza del bordo di attacco.
* ( 30% / 68 % / 52 % ) = ritratto della brigliatura * briglia interna = briglia esterna +37% (è veramente estrema)
Conclusioni su "la brigliatura doppio impiego"
Si vede subito l’interesse di una simile configurazione, che permette il "2 in 1"
Perché questo doppio effetto possa essere veramente operativo, non occorre un turbo troppo lungo, (dove non si può neutralizzarlo completamente, per variare fra due posizioni turbo a due livelli), questo al fine di rimanere all’interno di misure che non eccedano la capacità di correzione della scala dei nodi della briglia di incidenza.
Questo può aiutare nella scelta fra un “turbo classico” e un “turbo inverso”, partendo dal principio che:
Se si trasforma il “turbo inverso” in “3 punti”, la brigliatura diventerà più esterna (e più leggera prima della correzione con la scala dei nodi)
Al contrario, se si trasforma la “3 punti” in “turbo inversa”, la brigliatura diventerà più interna ( e più radicale prima della correzione con la scala dei nodi)
Allora la scelta è aperta
Volare , ad esempio, regolarmente in turbo inversa e passare alla “3 punti” con vento leggero.
Volare regolarmente in “3 punti facile“ e passare in “turbo inversa” per esteriorizzare la brigliatura e poi correggere l’incidenza a piacere.
Volare regolarmente in “3 punti facile” e passare in “turbo classica” per avere una brigliatura più interna, un po’ più confortevole, in poco tempo, o nelle mani di qualcuno che non cerca le prestazioni in freestyle. Questo permetterà di trovare una regolazione adatta a 2 persone differenti, o adattare bene l’aquilone al proprio umore o, più semplicemente, alle condizioni del vento.
Ecco, è un po’ lunga come esposizione, ma “c’è del materiale” ! ;-) Va bene, mi cotrollo, mi fermo!
La brigliatura ha sempre suscitato molte domande, senza che siano state date sempre delle risposte.
È per questo che ho voluto fare una sintesi di tutto quello che avevo scoperto per curiosità e che permette, se si ha tempo di spiegare le cose con calma, di arrivare con una certa metodologia, alla spiegazione della "magia della brigliatura”, o “coincidenza”, o al “feeling del pilota al top". Ah, …un’ultima precisazione! Io non sono che un pilota medio, e faccio sicuramente meno danni a scrivere un post così lungo che ad effettuare certe figure di free” quindi non è certo mia intenzione dare consigli di pilotaggio! Semplicemente, a me piace spiegare bene le cose che conosco!
Ho letto molte cose sugli aquiloni e le brigliature, me ne sono interessato, qualcosa ho intuito, questo mi ha richiesto del tempo per comprendere quello che ho capito, (e che mi resta da capire).
È questo il motivo per cui ho scritto questa lunga spiegazione sugli avanzamenti su queste misteriose brigliature, nel tentativo di rispondere alle numerose domande che molti possono porsi, a proposito di … “quei tre pezzi di spago”.
Domande? Philippe … (Philip78)
Alessandro I miei aquiloni:Quantum Prism, Flippaut UL, 145 e wclick carbon, Teega 125 e 148, a Roma
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